25/11 giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
L’obiettivo di questa giornata è quello di sensibilizzare il mondo riguardo un problema che appare lontano dalla vita delle persone, taciuto, troppe volte ridimensionato, nonostante sia diffusissimo.
Per farci un’idea di quale piaga sociale esso rappresenti, basta leggere qualche dato:
il Censis ha rivelato che sarebbero ben 120 i casi di femminicidio registrati tra il 1° agosto 2017 e il 31 luglio 2018, 92 dei quali concretizzatisi in ambito familiare o affettivo. Negli ultimi dieci anni, invece, si sono verificati 48.377 casi di violenza sessuale, che avevano per vittima una donna il 90% delle volte.
I numeri rivelano una realtà tragica, che troppo spesso, però viene ignorata, sminuita.
Sapete cosa succede ad un problema se nessuno si accorge della sua esistenza?
Semplicemente cessa di esistere.
Un po’ come il famoso albero di George Berkeley.
– Ahi, mi fai male!
– Davvero?
– Basta! Ho detto che mi fai male!
– Ma io non lo sento!
– Beh, te lo sto dicendo!
– Se un albero cade in una foresta e nessuno lo sente, fa rumore?
Da qui, l’urgenza della sensibilizzazione.
Ovviamente, quando la missione è raggiungere l’attenzione del maggior numero di persone possibile, a scaldare i motori è il meraviglioso mondo della comunicazione.
Oggi, in un nuovo articolo della nostra rubrica #ilovemarketing, scopriremo alcune tra le più efficaci campagne di sensibilizzazione, riguardo il problema della violenza sulle donne, che siano mai state intraprese.
L’importanza di un messaggio che sconvolga
Il turbamento, lo shock sono frecce preziose all’arco della comunicazione, che si rivelano efficaci specialmente quando si tratta di porre all’attenzione del grande pubblico l’urgenza di un problema che non conosceva.
REFUGE
Refuge decide di giocare sull’assurdo.
Assurdo è ciò è e che non dovrebbe essere, absurdus è ciò che è dissonante.
Quando il disagio diventa routine, quando la violenza diventa la normalità allora tutto appare così assurdo.
Refuge è un’organizzazione che offre supporto a donne e bambini vittime di violenza domestica.
Per la propria campagna di sensibilizzazione, sceglie di pubblicare un video di Make Up Tutorial, come se ne vedono a migliaia sul web, ma con una particolarità: una donna con evidenti segni di violenza sul volto da dei consigli su come coprire le ferite inflitte da “un partner geloso”.
Il volto in primo piano è quello della rassegnazione, il volto di una donna che affronta la violenza subita come se fosse una normale eventualità, la sua normalità, una normalità che non dovrebbe essere, assurda.
Alla fine del video un solo dato: il 65% delle donne vittime di violenza domestica, nascondono il proprio disagio.
UNITED COLORS OF BENETTON
Anche la campagna di sensibilizzazione di Benetton punta sull’effetto shock.
Siamo in un deserto, una donna è accasciata al suolo, circondata da un gruppo di uomini, che si preparano a lanciare qualcosa verso di lei.
Il riferimento è alla pratica della Lapidazione, che ancora oggi, sopravvive in alcune culture.
La Lapidazione è la pena di morte per mezzo di lancio di pietre, alla quale vengono condannate le donne colpevoli di adulterio.
Benetton si ispira ad una famosissima massima popolare secondo la quale le donne non dovrebbero essere toccate nemmeno con un fiore.
Dalle mani degli uomini non vedremo uscire pietre, ma fiori.
Sensibilizzare chi ne ha più bisogno
Alcune iniziative sono nate con l’obiettivo di rivolgersi a quella parte di umanità che sente il problema più distante: la parte maschile.
Sullo sfondo troviamo la necessità di una alleanza tra i generi, l’unico modo davvero valido per sconfiggere la violenza.
SERIE A
Anche per il 2019, per il terzo anno consecutivo, la massima serie italiana di calcio rinnova l’accordo con la onlus milanese WeWorld, invitando arbitri e giocatori a scendere in campo, durante giornata di campionato più vicina alla data del 25 novembre, con un segno rosso disegnato sul volto di ciascuno.
La campagna, dal titolo #unrossoallaviolenza, è una iniziativa di grande valore, dato che va ad invadere un ambito quasi esclusivamente di interesse maschile, costringendo lo spettatore a non poter distogliere lo sguardo dalla questione.
Fra un gol e un altro, quel segno rosso rimane un elemento difficile da non notare, balza agli occhi immancabilmente ad ogni primo piano dei propri beniamini.
E proprio con questa invadenza che dovrebbe essere avvertito il disagio di quelle donne, il cui grido è troppo spesso soffocato dall’indifferenza.
NCDV
Il tema del calcio è utilizzato anche all’interno della campagna “If England get beaten, so will she”, creata da National Centre of Domestic Violence che annuncia un dato sconvolgente: «i casi di violenza domestica aumentano del 26% quando gioca l’Inghilterra e del 38% se la Nazionale perde»
La foto che segue è ancora più sconvolgente e ritrae la bocca di una donna sulla quale è disegnata, con il sangue, la croce rossa che rappresenta la bandiera inglese.
Un problema difficile da affrontare
RAI
Quando ci si ritrova a confrontarsi con questioni molto delicate, accade molto spesso di essere fraintesi, anche quando si ha le migliori intenzioni.
E quello che successe alla Rai nel 2016 quando decise di pubblicare uno spot per la sensibilizzazione al problema della violenza sulle donne.
Nel video, alla domanda “Cosa farai da grande?”, una bambina risponde: «Finirò in ospedale perché mio marito mi picchia».
Il popolo del web dimostrò di non gradire l’iniziativa.
Secondo molti lo spot darebbe una visione “rassegnata” del problema, facendo percepire la violenza come un destino già scritto, fatale, ineluttabile.
Sono in molto gli utenti che richieserola rimozione del video.
La #RAI contro la violenza sulle donne! #25novembre 2016 Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne pic.twitter.com/JaaXwP4Wis
— RaiPlay (@RaiPlay) November 23, 2016
La comunicazione è uno strumento dalla potenza incalcolabile.
La Storia, soprattutto quella del secolo scorso, ci insegna quanto può essere devastante quando a possederne il potere sono mani malvagie.
Ma le iniziative come queste, in un giorno così importante come oggi, ci vogliono ricordare che, quando l’arte della comunicazione viene messa al servizio dei più deboli, diventa una voce per chi afono e un richiamo per chi è sordo.