AMAZON, IL SUCCESSO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

Quanto successo avremmo se fossimo in grado di prevedere il futuro?

Chiedetelo a Jeff Bezos, fondatore di Amazon.

Il caro Jeff, però, non è mica un indovino.

I profeti del nostro tempo sono imprenditori che rintracciano tendenze nascoste e vedono abitudini sociali che non si sono ancora imposte.

Nel mondo dell’economia questo vantaggio è decisivo: nuove tendenze e nuove consuetudini comportano nuove esigenze di mercato e chi riesce a soddisfare queste esigenze per primo vince (un sacco di soldi).

GENESI DI UN SUCCESSO

È il 5 luglio del 1994, Jeff Bezos ha trent’anni e ha appena lasciato il suo ruolo da vice presidente alla D.E. Shaw di New York, per trasferirsi a Bellevue, nello stato di Washington.

Jeff ha voglia di mettersi in proprio e ha l’idea di utilizzare quella grande novità chiamata internet per creare una libreria online che potesse vendere libri in tutto il mondo.

Ecco che esce dalla porta della sua nuova casa, apre il suo garage, ha in mano un bomboletta di vernice spray color blu, la punta su un telo appeso al muro e scrive: “Amazon.com”.

Quel garage è oggi tra le aziende più grandi del mondo.

Perché il nome “Amazon”? Il suo fondatore voleva un nome che iniziasse per “a”, in modo che la sua azienda risultasse tra le prima negli elenchi ordinati alfabeticamente.

Sì,  era un SEO specialist prima ancora che venissero inventati i motori di ricerca… non è un indovino, ma poco ci manca.

Jeff è sicuramente un sognatore, ma quando c’è da parlare di soldi tocca svegliarsi: avvisa gli investitori che non ci sarà nulla da mettere in tasca per almeno cinque anni e questi prendono tempo.

Jeff, raschia i suoi conti, chiede aiuto ai suoi genitori e raccoglie 300.000.

Sì dovrà aspettare addirittura il 2001 per vedere il primo bilancio in attivo.

A quel punto succede qualcosa: come Jeff aveva previsto, la bolla di internet finalmente esplode, gli utenti si moltiplicano e cominciano a capirne le potenzialità.

Pochi anni prima, Amazon aveva ampliato le offerte del suo Store, con cd, piccoli elettrodomestici e aggeggi tecnologici vari, e quando esplode l’era degli acquisti online Jeff è già lì, con il suo store, i suoi dipendenti e il suo sito.

I profitti cominciano a fioccare, anno dopo anno, e Amazon diventa il gigante che sappiamo.

Questo è accaduto perché il fondatore di Amazon aveva intuito che nel futuro prossimo internet sarebbe diventato uno strumento indispensabile per compiere le azioni di tutti i giorni.

Jeff aveva previsto che qualcuno prima o poi avrebbe preteso di fare shopping seduto sul divano.

Quando la necessità, comportata dal progresso, è emersa, Amazon era pronta e ha saputo rispondere meglio e più rapidamente degli altri.

Ormai la strada del successo era imboccata e la tendenza all’utilizzo di internet e dell’e-commerce andava crescendo inesorabilmente.

Poi è accaduto qualcosa: ha cominciato a crescere ancora più velocemente.

I numeri del successo dell’ultimo anno

$ 570 miliardi

E’ la capitalizzazione di mercato che Amazon ha guadagnato finora nel 2020. La società ora vale 1.490 miliardi di dollari.

63,3%

L’incrememnto percentuale della azioni di Amazon  durante il 2020. Le azioni hanno toccato il fondo a circa $ 1,600 a metà marzo quando il mercato azionario è crollato in seguito alle chiusure generalizzate dovute alla pandemia di coronavirus.

$ 178,5 miliardi

È il patrimonio di Jeff Bezos, che ha visto il suo patrimonio netto crescere di oltre il 50% dall’inizio del 2020. E’ così la persona più ricca del mondo.

Amazon è una impresa visionaria che cavalca l’onda del progresso, il cui successo viaggia di pari passo con il passare del tempo.

Nell’ultimo anno le nostre esigenze personali e professionali ci hanno costretto, forse prematuramente, ad una digitalizzazione coatta, con tanto di doppio taglio , borsello e catene d’oro.

Sembra brutto dirlo, ma il fatto che la pandemia e abbia agito da catalizzatore per l’imporsi di alcune abitudini ha incrementato il lavoro e i profitti del sito di e-commerce più grande del mondo.

Di contro il mercato ”offline” ha subito un colpo durissimo e moltissime attività che non hanno il tempo o il modo di aggiornarsi hanno dovuto chiudere i battenti, inghiottite da un tempo che probabilmente le aveva già condannate, ma aveva promesso di non correre troppo. Bugiardo!

 

Fonte: Forbes.it