INSTAGRAM NASCONDE I LIKE. É LA FINE DELLE VANITY METRICS?

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Instagram combatte l’ossessione da Vanity Metrics levando i like.

Non era una minaccia, ma una promessa. Zuckerberg aveva annunciato che presto lo avrebbe fatto: avrebbe tolto i like ad Instagram. Impensabile.

La piattaforma aveva già effettuato a maggio un primo test, circoscritto in Canada, ma non aveva destato grande preoccupazione. Ma da qualche giorno anche l’Italia, insieme ad altri Paesi, sta sperimentando un Instagram senza like, la questione è reale.

Ad oggi è solo un test, ma se questo cambiamento dovesse diventare definitivo?

Partiamo da una considerazione più ampia e generica. Perché tanto scalpore? Cosa sono per noi i social? O meglio, cosa dovrebbero essere i social? 

Canali di espressione. Luoghi virtuali di condivisione. Strumenti di comunicazione. Dovrebbero essere questo e tanto altro, in teoria.

In pratica? Beh la pratica ha visto prendere una piega un po’ diversa da quella dell’intento primario. Una declinazione decisamente meno collettiva e più individuale, meno volta alla condivisione e più alla competitività, diciamo. 

Non facciamo di tutta l’erba un fascio, naturalmente, ma in linea generale è impossibile ignorare fattori come la dipendenza da like, l’ossessione da condivisione, la gara compulsiva per chi ha più follower o più like. Li definirei “gli effetti collaterali dell’avanzata dei social network nelle nostre vite”.

Hanno dato un nome a tutto questo. Le chiamano Vanity Metrics

Cosa sono di preciso le Vanity Metrics?

Per Vanity Metrics si fa riferimento al numero di Follower, Like e Commenti che riceviamo attraverso i nostri social. Perché Vanity Metrics? Perché sono metriche che al giorno d’oggi più di ogni altro fattore influiscono su una importante percezione umana: l’appagamento del nostro ego. 

Da che mondo è mondo l’uomo rincorre quel bisogno di sentirsi apprezzato, compreso, amato. Non è una colpa, né una debolezza: è solo umanità. 

Vogliamo che gli altri ci vedano, che approvino quello che facciamo e che condividano i nostri gusti. Questa naturale inclinazione umana è stata accentuata dai social, strumenti che permettono di mettere in mostra chi siamo, cosa facciamo e cosa ci piace. Questo ostentare è solo una conseguenza inevitabile della propria presenza sui social.. Più riesci a creare engagement più sei importante, più il tuo ego si gonfia, soddisfatto. 

Da qui si scaturiscono le più svariate conseguenze: acquisto di follow e like, profili fake, furto di materiale e post, segnalazioni di abusi infondate, hackeraggio, e chi più ne ha più ne metta.

Osservazione fondamentale: le Vanity Metrics non sono indice di vanesia superficialità. La superficialità sta in chi incentra su queste la considerazione che ha di sé stesso e degli altri.

Le Vanity Metrics nel Social Marketing

In tutto questo, è doveroso considerare che ormai i social rappresentano un vero e proprio mercato per svariati business; e che i cd. Influencer sono a tutti gli effetti dei funzionari di marketing a disposizione delle aziende. 

Le vanity metrics sono per queste aziende degli indici di awareness e competenza dei professionisti del social. Nell’influencer marketing, le vanity metrics sono un po’ come i dati delle soft skills su un curriculum vitae.

Abbiamo quindi stabilito che le vanity metrics non sono una brutta malattia, anzi, ma allo stesso tempo abbiamo appurato che, se prese con il piede sbagliato, possono avere effetti deleteri sugli utenti.

Da qui si spiega la mossa di Instagram.

«Vogliamo che [instagram] sia un luogo dove tutti possano sentirsi liberi di esprimere loro stessi. Ciò significa aiutare le persone a porre l’attenzione su foto e video condivisi e non su quanti like ricevono».

L’intento alla base dunque è quello di ridurre la competizione tra i profili e la corsa ai numeri alti, poiché senza conoscere il totale dei like ottenuti dagli altri, saremo portati a postare di più e soprattutto a postare contenuti meno “studiati” e più autentici, contenuti che parlino davvero di noi e non noi che parliamo di contenuti standardizzati. 

Conclusioni

Ben venga, dunque, questa innovazione. 

Sorge però spontaneo un dubbio: come risponderanno a questo cambiamento coloro che si occupano di comunicazione sui social network e di influencer marketing? 

Molti saranno gli aspetti e i criteri che andranno rivisti nelle strategie di social marketing se tutto questo dovesse diventare definitivo. Staremo a vedere. 

In sostanza? L’unica cosa certa è che in un panorama in continua evoluzione come quello dei social network, l’unica strategia infallibile è quella di affidarsi a professionisti del settore e ad agenzie specializzate. Come noi.

 

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