LIKE SU INSTAGRAM, ADDIO.

Alla fine è successo davvero. Zuckerberg ha tenuto fede a quanto aveva dichiarato in occasione del F8: ha levato i “like” da Instagram.

Il cambiamento si palesa con un annuncio sul feed, et voilà, i “mi piace” non ci sono più.

Come si può notare però il messaggio specifica che si tratta di un “test“. È quindi possibile che si tratti solo di una cosa temporanea, che magari duri soltanto per un periodo? Possibile, ma poco probabile..

L’app di Menlo Park ha infatti dichiarato di essere molto soddisfatta di quanto riscontrato fin’ora da questo cambiamento. Vi avevamo già parlato di questo argomento, quando ancora il test era stato avviato solo in alcuni paesi. Gradualmente è poi stato esteso solo ad alcuni account con profilo personale, fino al fatidico 26 settembre 2019, in cui è diventato universale.

Perchè?

https://twitter.com/instagram/status/1151605660150194176

Il perchè è stato dunque chiarito da Zuckerberg stesso: ridare valore ai contenuti, ponendo al centro la condivisione e non la popolarità.

«Vogliamo che [instagram] sia un luogo dove tutti possano sentirsi liberi di esprimere loro stessi. Ciò significa aiutare le persone a porre l’attenzione su foto e video condivisi e non su quanti like ricevono».

Ma a questa motivazione di stampo sociale si affianca secondo alcuni, anche una mossa strategica del brand. Una risposta al bisogno della piattaforma stessa circa la problematica riguardante i fake-follower, like comprati, ecc ecc.

Nonostante gli sforzi di Instagram nella lotta ai bot, infatti, il fenomeno dei profili “pompati” da follower e like finti non è mai stato debellato. L’unica soluzione allora diventa la più drastica: se non riesco ad impedirti di comprare i like, allora li leverò del tutto. Che senso ha comprarsi i like se l’unico che può vederne la cifra sei tu stesso?

Gli effetti del private like counts

I like non sono spariti. Sono solo “nascosti”. Praticamente i singoli like ottenuti sui propri post sono visionabili, ciò che non è a disposizione degli utenti è la cifra totale di like ricevuti. O meglio, quella è nota solamente all’autore del post, ma non a chi li vede da fuori. Questi ultimi infatti vedranno solo la dicitura “a tizio e altre persone” piace questo elemento.

In questo modo nessuno eccetto il proprietario del post saprà il numero dei suoi like, anche gli altri potrebbero saperlo, ma dovrebbero mettersi a contarli uno per uno.

Indubbiamente tutto ciò sta avendo ripercussioni, ma tralasciando lo shock dell’utente medio, è doveroso focalizzarsi sulle nicchie che per davvero sono in balia di questa novità: parliamo di influencer, social media manager e personaggi del mondo dello spettacolo e della politica.

Gli influencer di mestiere infatti ad ora si vedono privati delle loro credenziali, come se sul curriculum ci fossero solo i riferimenti accademici e non i meriti degli stessi.

Allo stesso modo anche per i smm e i social strategist diventa più difficile “dimostrare” la qualità del loro lavoro e i dati di engagement, di conseguenza è più difficile accontentare il cliente e quindi più difficile è lavorare in generale.

Non avere a disposizione questi dati complica di base la scelta degli investitori. Finora infatti era attraverso la visionatura dei follower, il conteggio dei like e la risposta degli utenti sulla singola condivisione che permettevano a un’azienda di capire chi e in quale caso era l”ambassador” adatto.

Ad ora, per sapere questi dati, ci deve essere una rendicontazione spontanea dell’influencer. Ciò è macchinoso, lento e soprattutto facilmente manipolabile.

Perplessità.

Se da un lato il fatto di prediligere il contenuto al contenitore trova tutti d’accordo, ci sono alcuni punti che quadrano poco.

Secondo quest’ottica dare la priorità al contenuto piuttosto che al numero di like ottenuti dovrebbe riuscire a riequilibrare gli utenti.

In realtà questa potrebbe essere un’arma a doppio taglio: se da una parte è vero che diminuirebbe la tentazione di “imbrogliare” sul numero dei like, dall’altro limiterebbe la possibilità di crescita dei profili degli aspiranti influencer, accrescendo ulteriormente il divario con quelli che invece hanno ottenuto la “spunta blu” prima di questa introduzione.

In sostanza è ancora presto per trarre conclusioni al riguardo, ma secondo noi, una volta fatta l’abitudine, non dovrebbe cambiare molto per gli utenti. Staremo a vedere.

POST SCRIPTUM

Non lasciatevi intimidire da questo cambiamento: continuate a metterci like sul nostro profilo instagram. Che voi non li potrete vedere più, ma noi vi vediamo eccome!