Stati Uniti contro TikTok

Stati Uniti contro TikTok

Mercoledì 13 marzo, un importante sviluppo ha segnato il dibattito sulla sicurezza digitale e l’influenza delle piattaforme social negli Stati Uniti: la Camera dei rappresentanti ha approvato una legge che potrebbe portare al divieto di TikTok, a meno che la società madre cinese, ByteDance, non si disfi completamente dell’applicazione.

La legge, denominata Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act, pone l’accento sui rischi per la sicurezza nazionale, inclusi l’accesso ai dati degli utenti americani e la diffusione di propaganda.

Mentre il Senato si prepara a valutare il provvedimento, il dibattito si infiamma, mettendo in luce divisioni e preoccupazioni all’interno del panorama politico e sociale americano.

La proposta di legge riflette una crescente preoccupazione per l’influenza che TikTok, e per estensione il governo cinese, può esercitare sugli utenti americani.

I timori non sono limitati alla sola raccolta dati, ma si estendono alla capacità della piattaforma di modulare i discorsi e influenzare le percezioni pubbliche, una questione sollevata efficacemente dall’avviso diffuso su TikTok stesso, che ha spinto molti utenti a contattare i loro rappresentanti.

Vietato vietare?

Al di là delle aule del Congresso, la questione solleva interrogativi più ampi sul rapporto tra tecnologia, sicurezza e libertà di espressione.

La proposta legislativa mira a contrastare potenziali minacce esterne, ma allo stesso tempo rischia di incidere sul dinamico tessuto della libera espressione digitale, sollevando dubbi sulla proporzionalità e l’efficacia delle misure adottate.

Il contesto in cui si inserisce questa nuova mossa legislativa non è nuovo. Già in passato, tentativi di regolamentare o limitare TikTok hanno sollevato questioni legali e pratiche, con il Montana che ha tentato un divieto, successivamente bloccato da un giudice federale.

Anche a livello internazionale, la gestione dei dati degli utenti di TikTok ha suscitato dibattiti, con accordi come quello con Oracle che cercano di mitigare le preoccupazioni senza però placare del tutto i timori.

La decisione di personaggi politici di primo piano, come il presidente Joe Biden, di utilizzare TikTok per fini elettorali, nonostante le dichiarazioni di preoccupazione sulla sicurezza nazionale, evidenzia una tensione intrinseca tra il riconoscimento del potere comunicativo dei social media e la necessità di tutelare l’integrità dei dati e la sicurezza pubblica.

Mentre la legge si avvia verso il Senato, emerge una riflessione più ampia sulla natura e sul futuro del nostro rapporto con le tecnologie digitali. La questione TikTok non è solo una disputa legale o politica, ma un crocevia che interroga i principi fondamentali della nostra società digitale: la ricerca di un equilibrio tra sicurezza, innovazione e libertà di espressione rimane una delle sfide più complesse del nostro tempo.

Qualcosa è cambiato

Una vicenda che è manifesto di uno stravolgimento di portata storica dello scenario politico mondiale. Vi ricordate la Guerra Fredda? La Germania divisa in due? Tutti volevano scappare dal grigio Est per approdare nel libero Ovest.

Circa cinquemila morti ammazzati appesi al filo spinato ci parlano di quanto una società illiberale possa essere tanto esasperante da farti considerare la terribile scelta: Libertà o morte.

Una guerra combattuta su un campo di battaglia virtuale, quello delle speranze delle persone: di là i divieti, di qua i blue jeans.

Che cosa ha permesso all’America di vincere la guerra contro l’Est?

Una società unita, libera, convinta delle proprie idee liberali, forte e sicura delle proprie scelte.

Ogni tentativo di propaganda dall’oriente non poteva attecchire, inutile consurarlo, sarebbe caduto inevitabilmente nel vuoto: guardati intorno musica, idee, progresso, donne nude, droga e rock ’n roll!

Erano gli altri a vietare, a nascondere agli occhi dei “sudditi” la bella vita dei “cittadini” (per riprendere una antica dicotomia dei tempi delle guerre persiane).

Ora evidentemente qualcosa è cambiato.

Il sogno americano ha perso il suo charme, la sua aura mitica, ed ecco che ci troviamo dall’altra parte, ad est del muro.

Chi ha paura si difende, chi si difende nega, cancella e nasconde.

Faremo in tempo a capovolgere la situazione o sarà questa sfortunata terra a capovolgersi?